Le Contrade e il Corteo di Rievocazione Storica

Il primo weekend di maggio in occasione del Palio delle Contrade si svolge il Corteo di Rievocazione Storica che attraversa il paese via Roma e il Borgo Paolino con oltre 500 fra figuranti, musici e sbandieratori, seguito dal pirotecnico Palio dei Somari, disfida a dorso d’asino sentitissima dai Campagnanesi.

Le origini

UNA STORIA CHE PARTE DA LONTANO

Quasi quarant’anni fa a Campagnano nasceva – in collaborazione con la parrocchia – un’aggregazione spontanea in contrade che lanciava il  “Palio dei Somari Città di Campagnano”. Dopo anni di grande successo e adesione, nel tempo si affievolì l’entusiasmo, fino all’interruzione del Palio.

Nel 2010 la Pro Loco di Campagnano mise a disposizione le sue risorse coordinando la voglia di tanti di recuperare questa idea, convinta che, al di là della semplice disfida a dorso d’asino, la scommessa fosse unire la comunità sociale proponendo uno strumento di appartenenza, suscitando il  coinvolgimento, anche nel quotidiano, e l’inserimento nella vita attiva del territorio.

La natura di una Contrada è perseguire uno scopo aggregativo e sociale. In autonomia può costituirsi in Associazione e dare vita a manifestazioni folkloristiche o di beneficenza, interessarsi attivamente ai problemi sociali del paese, aiutando i meno fortunati.

La comunità di Campagnano colse questa opportunità e da allora iniziò un virtuoso percorso aggregativo che ha dato molti frutti.

Ringraziamo per queste immagini che abbiamo raccolto dalla bellissima pagina del GRUPPO FB Sei Campagnanese se tutti cittadini che hanno condiviso con materiali personali questo ricordo.

La nostra Storia è costruita con le Storie di ciascuno di noi.

 

Una nuova visione

2010 UN NUOVO PROGETTO CONTRADE

Nel 2010, la Pro Loco con l’allora presidente Luigi Fiorelli ebbe l’idea di far rivivere e riunire in un’unica manifestazione, la tradizionale Festa del Baccanale, anche altri due eventi tradizionali del paese, che col tempo si erano perduti: la Corsa degli Asini, originariamente disputata in onore di S. Antonio Abate, e il Corteo delle contrade, che per l’occasione furono rifondate e rappresentano oggi tra le più vivaci realtà associative campagnanesi.

 

Fu pensata una ridefinizione dei territori: in amicizia e con disponibilità, l’architetto Alessandro Ponzianelli divise in otto contrade l’intera superficie del Comune di Campagnano, tenendo conto della conformazione abitativa e sociale. La dott.ssa Raffaella Bruschi progettò l’elaborazione di uno studio  puntuale sul nome e l’animale che potesse essere simbolo di ogni Contrada, collegando il nome campagnanese dei luoghi con la fauna specifica dell’habitat.

L’identità visiva dell’intero progetto fu affidata all’appassionata e generosa alta professionalità di Priscille Barès Blasi, graphic designer e art director.

I riferimenti storici

PAOLO ORSINI DUCA DI BRACCIANO

Il compito di legare questo grande progetto campagnanese alla Storia fu affidato alla dott.ssa Sabina Zeggio, che così ci racconta come è nato il corteo storico di maggio, ambientato nel 1560 e dedicato alla visita in paese del Signore di Campagnano e della sua sposa e Isabella de’ Medici.

“Il perno su cui tutto ruota è Paolo Giordano Orsini. Quando mi fu chiesto dalla Pro Loco di collegare la sfilata delle contrade alla storia, individuai alcune date ed alcuni personaggi che a mio avviso rappresentavano elementi fondamentali per lo sviluppo dell’identità storica del paese com’esso è ora. Non nego che la mia simpatia andasse da subito a questo co-protagonista del tardo Cinquecento romano (e non solo), forse proprio per la cattiva fama di cui gode, per gran parte immotivata, e per la sfortuna che lo perseguitò praticamente per tutta la vita. Si prodigò nel tenere alto il nome della casata, unito il feudo, forte la famiglia, ma quasi sempre le cose gli andarono male.”

“Eccessivamente prodigo e in qualche modo sognatore, a volte ingenuo negli intrighi delle corti i nel fidarsi dei sottoposti, figlio di un’educazione “a pane e Chanson de Geste” che talvolta la stessa Isabella gli rimprovera. Fatto sta che tra gli argomenti e i personaggi presentati, le contrade campagnanesi, proprio in considerazione della rilevanza, ancora solo parzialmente riconosciuta, che il duca ha avuto nella storia e nell’urbanistica del paese, scelsero per l’appunto Paolo Giordano.”

La Contrada della Bubbola

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La dott.ssa Sabina Zeggio ci aiuta con questo contributo a meglio definire e comprendere concetti e riferimenti storici delle otto Contrade campagnanesi.

La Contrada della Bubbolagonfalone rosso/nero – comprende il territorio denominato Fontana Latrona e prende il nome dall’upupa.

Ha scelto di rappresentare un aspetto tipico dell’epoca: l’ambiente delle cortigiane. Ci sono le povere disperate donne di strada, che come in ogni tempo vendono se stesse per sopravvivere e che per farsi riconoscere girano per le vie dei quartieri più malfamati spesso vestite da uomo e coi capelli sciolti, che nessuna donna onorata oserebbe mostrare.

E ci sono le cortigiane honeste dai soprannomi fantasiosi tipo Matrema nun vole, ricche e potenti protagoniste dei salotti mondani e culturali soprattutto di Roma e Venezia: sanno leggere e scrivere, poetare, suonare e cantare; portano vesti sontuose, profumi e gioielli ben più appariscenti di quelli delle dame e, somma trasgressione, spesso indossano sotto la gonna, tenuta alzata alla vita, pantaloni maschili e una tipica pettinatura con due piccole corna di capelli.

La Contrada della Ciuetta

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada della Ciuetta – gonfalone bianco/nero – prende nome dalla civetta e comprende il Centro Storico del paese: il nucleo originario medioevale, chiamato Castello, e il Borgo Paolino, ampliamento dell’abitato verso sud comprendente l’attuale Corso, voluto come si è visto proprio da Paolo Giordano I e completato nel XVII secolo. Questa contrada ha ispirato la sua sfilata al mondo contadino

Nel XVI secolo la terra ed i suoi prodotti sono nucleo fondamentale della ricchezza delle famiglie nobili e vero motore dell’economia; il potere si misura sui terreni posseduti e sul numero di braccianti e mandriani in grado di renderli produttivi. Sfilano quindi contadine e contadini con gli attrezzi per il lavoro dei campi, fasci di spighe, ceste e carriole colme dei prodotti della terra

La Contrada del Saiettone

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada del Saiettone gonfalone verde/giallo comprende i territori di Monte Razzano e Poggio dell’Ellera e prende nome dalla biscia di terra , serpente di grossa taglia veloce – da cui il nome saettone – ma innocuo per l’uomo. Rievoca la Santa Inquisizione Romana: fondata nel 1542 da Papa Paolo III Farnese, la Congregazione del Sant’Uffizio dell’Inquisizione si occupa della repressione delle eresie e del controllo dell’ortodossia, ma il campo si allarga spesso a blasfemia e ad altri delitti genericamente considerato “contro Dio”, macchiando talvolta la Congregazione di terribili delitti.

La scena rappresentata vede, accompagnati da una pattuglia di soldati, un araldo, che declama a gran voce il nome dei condannati, la causa della condanna e la pena, e con lui un cancelliere del Sant’Uffizio, cui spetta il compito di verificare l’esecuzione della condanna comminata; quindi il boia seguito da carcerieri che trascinano i condannati (bestemmiatori, laderi e presunte streghe), mentre un frate cerca di redimerli; infine il popolo che si accalca intorno ai condannati, per deriderli, insultarli e assistere all’esecuzione.

La Contrada del Falcostoro

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada del Falco Storo gonfalone bianco/azzurro comprende il territorio denominato Prataccio e prende nome dall’ astore, grosso falco bianco e grigio. In omaggio al suo animale simbolo ha deciso di rappresentare un aspetto importante della vita dei nobili del Rinascimento: la caccia.

Come si è visto la grande selva di Baccano era una delle riserve preferite dai Duchi di Bracciano, che, entrambi abili cavallerizzi, andavano a caccia insieme: Paolo Giordano era appassionatissimo proprio della caccia coi rapaci ed Isabella sapeva tirare bene con l’arco. Vanno quindi in scena falconieri, cacciatori con cani e armi e donne addette a preparare le prede per il banchetto.

La Contrada del Sartapicchio

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada del Sartapicchio gonfalone bianco/rosso prende nome dalla cavalletta e comprende il territorio denominato Monti. Rappresenta una scena dedicata all’arte bianca. Il pane è e resterà ancora per molto tempo alla base dell’alimentazione degli strati più bassi della popolazione, non è ovviamente il pane bianco, ma un pane di farine non raffinate e spesso miste, cotto periodicamente nei forni di Comunità (due ne erano presenti a Campagnano) e adatto a durare molto tempo; recentemente è stato nuovamente prodotto da panifici locali con il suggestivo nome di pane francigeno.

Si portano quindi in scena mugnai con sacchi e secchi di cereali e farina e fornai con i loro profumati prodotti.

La Contrada della Spinosa

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada della Spinosa gonfalone rosso/blu prende nome dall’ istrice e comprende i territori denominati Pavone e Angelis Dei (o Angeli Stelli). Ha scelto di rappresentare il mercato, che con i suoi venditori e prodotti, è – come testimonia la pittura di questo scorcio di Rinascimento – cuore pulsante di ogni centro abitato.

Non esiste città senza piazza del mercato, tuttora spesso chiamata Piazza delle Erbe; quella di Campagnano era dapprima la Piazza Fontana Secca, cuore del Castello medievale, poi la piazza oggi dedicata a Cesare Leonelli (martire delle Fosse Ardeatine), che proprio Paolo Giordano dota di una fontana pubblica, elemento necessariamente immancabile in ogni centro mercatale.

E allora si vedono sfilare popolani con carretti e cesti carichi di pane, frutta, verdura e fiori, impegnati a vendere i loro prodotti a popolani e borghesi.

La Contrada dello Stornavanti

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada dello Stornavanti gonfalone giallo/nero comprende il territorio della Valle (di Baccano) e prende il nome dal calabrone.

Ha scelto di rappresentare la filiera della seta, che soprattutto grazie ai Medici conobbe nel XVI secolo un grande impulso (i setaioli italiani stabilirono addirittura un fondaco a Lione, da cui nacque la celebre Soierie Lionnaise), legato soprattutto alle commesse delle grandi famiglie nobili, come gli Orsini.

Saranno quindi presenti operai e operaie con bachi su rametti di gelso, artigiani con arcolai per ammatassare il prezioso filato, tintori, stampatori coi tipici timbri in legno, garzoni con pezze di stoffa e ricamatrici con i loro piccoli telai e fili colorati.

La Contrada del Tascio

STORIA SIMBOLI TERRITORIO

La Contrada del Tascio gonfalone verde/nero prende il nome dal tasso e comprende il territorio circostante il santuario di Santa Maria del Sorbo, “Zorbo” per i Campagnanesi, che abbiamo visto tanto caro a Paolo Giordano Orsini. In omaggio allo splendido paesaggio del suo territorio, la contrada ha deciso di mettere in scena una festa della primavera.

Feste di tradizione antichissima, miste di fede cristiana e credenze pagane, sono elemento rituale immancabile del mondo contadino di questo scorcio di Rinascimento in molti Paesi d’Europa; spesso protagonista è “il maggio”, o “albero del maggio”, o “palo del maggio”: sia nella versione di palo adorno di nastri e tralci fioriti, sia di albero della cuccagna carico in cima di cibi gustosi. Danzando e cantando si prega per un buon raccolto e ci si diverte, si intessono rapporti tra famiglie e si trova marito o moglie. I contradaioli si cimentano quindi con intrecci di nastri infiorati, balli in cerchio e passaggi a ponte.

Grande festa per la visita del Duca Paolo Giordano Orsini

Tre giorni di festa nel mese di maggio, in occasione Baccanale, vedono le Contrade protagoniste di momenti emozionanti di aggregazione, scambio, divertimento, impegnate nel Corteo di Rievocazione Storica, in cucina per offrire Cene in Piazza nelle migliori tradizioni di accoglienza campagnanese, e con il batticuore nella disfida del Palio dei Somari.

Paolo Giordano Orsini e Isabella de’ Medici

IL CORTEO STORICO

Cosimo de’ Medici e il cardinale Guido Ascanio Sforza avevano stipulato già dal 1553 il contratto di nozze per Paolo Giordano e Isabella (che avevano allora rispettivamente solo 12 e 11 anni) e i due giovani si erano scambiati gli anelli in privato a Firenze il 28 gennaio 1556, ma in occasione dell’erezione a ducato del feudo, il 12 dicembre del 1560 per espresso volere del papa fu celebrato a Roma in San Giovanni in Laterano uno sfarzoso matrimonio ufficiale.

La visita al castello di Campagnano

IL CORTEO STORICO

Già dal 18 ottobre gli sposi vivevano fra Bracciano e Roma, raggiunti il 6 novembre dai duchi di Toscana Cosimo ed Eleonora, che ripartirono poco dopo il matrimonio. È quindi fra la fine di ottobre e la fine di dicembre che potrebbe essere avvenuta la visita al castello di Campagnano, della quale non abbiamo specifica notizia ma che è verisimile, stante l’usanza comune che voleva che il feudatario presentasse la sua sposa ai sudditi in un giro dei propri possedimenti.

Il Duca e sua moglie amano Campagnano

IL CORTEO STORICO

Che il duca e sua moglie amassero Campagnano e vi si recassero anche prima del loro matrimonio “ufficiale” è del resto noto, sia dalle fonti che riportano come i giovani duchi si divertissero a cacciare nella selva di Baccano (oggi non più esistente), sia dalla notizia di una magnifica giostra della quintana organizzata da Paolo a Campagnano nel 1556 proprio in onore di Isabella, verosimilmente il 13 dicembre, in occasione della festa di Santa Lucia degli agricoltori, cui Paolo era molto devoto (la notizia è desumibile dalle spese annotate e motivate in un registro dei conti: Archivio Storico Capitolino, Fondo Orsini, II, registro 2192, c. 245).

Banchetti e danze per la visita del Duca

IL CORTEO STORICO

Come era usanza, in onore dei signori sarà stata organizzata al castello (distrutto nel 1881 e sostituito dall’attuale Municipio) una grande festa, con banchetti e danze.

Del palio dei somari non sappiamo, ma piace pensare che anche questa tradizione del nostro paese possa legarsi alla sua storia più antica, quando l’asino, come del resto sino almeno alla metà del secolo scorso, era fedele alleato dell’uomo nei suoi spostamenti e nei lavori agricoli.

Le Contrade in festa

IL CORTEO STORICO

Per festeggiare i duchi si riuniscono dunque nobili, borghesi e contadini da tutte le contrade in cui è diviso il territorio di Campagnano.

Il Corteo Storico di maggio a Campagnano, oltre a presentare gonfaloni, somari e fantini delle otto contrade che si contendono il Palio e i Priori con il loro corteggio, illustra altrettanti diversi aspetti della vita di età tardo-rinascimentale, in un affresco storico vivo e colorato dall’allegria dei partecipanti di tutte le età.

Contenuti a cura della dott.ssa Sabina Zeggio

Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

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