LA VIA FRANCIGENA
Questo antico percorso medievale era attraversato dai pellegrini “romei” che da diverse parti d’Europa giungevano a Roma, capitale della cristianità, per ottenere l’indulgenza plenaria.
Fu soprattutto all’inizio del secondo millennio che l’Europa fu percorsa da una moltitudine di anime “alla ricerca della Perduta Patria Celeste”: la via Francigena attesta l’importanza del pellegrinaggio in epoca medioevale, che doveva compiersi prevalentemente a piedi (per ragioni penitenziali) con un percorso di 20-25 kilometri al giorno e portava in sé un fondamentale aspetto devozionale: il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della religione cristiana.
Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell’apostolo Pietro era una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. La relazione di viaggio più antica risale al 990 e fu compiuta da Sigerico, arcivescovo di Canterbury di ritorno da Roma. L’arcivescovo inglese descrisse le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario.
LA VIA FRANCIGENA ITINERARIO CULTURALE D’EUROPA
Nel 2024 si celebra il 30° anniversario della certificazione della VF, un’occasione per riflettere sul percorso compiuto e su quello futuro. In questi trent’anni, il mondo è cambiato radicalmente, ma la VF ha saputo adattarsi ai cambiamenti, promuovendo la sostenibilità, la connessione tra persone e comunità locali, la valorizzazione del patrimonio culturale e la generazione di economia. La VF ha dimostrato che il cambiamento è possibile e che il futuro dipende dalle nostre azioni e idee. Jacques Le Goff scrive che una strada non vive solo di passato e presente, ma segnala il futuro, coniugando lentezza e durata. Le celebrazioni dei trent’anni mirano a rappresentare le diverse sfaccettature della VF, un progetto culturale, sociale, di turismo sostenibile e di pace.
LA VIA FRANCIGENA IN ITALIA
La Via Francigena in Italia ha le sue radici nel VI secolo, quando fu tracciata per collegare Pavia ai ducati italiani centro-meridionali, superando l’Appennino attraverso il Passo della Cisa e dirigendosi verso Lucca. Con l’annessione dell’Italia Settentrionale al Regno dei Franchi, nel 876, questo percorso prese il nome di Via Francigena, diventando un importante corso di connessione tra il nord e il sud Europa. Durante il Medioevo, fu la strada percorsa dai pellegrini diretti a Roma, Santiago di Compostela e Gerusalemme, facilitando lo scambio commerciale e il progresso culturale ed economico lungo tutto il continente.
Il tracciato attuale della Via Francigena, basato sul viaggio del 990 dell’arcivescovo Sigerico, attraversa diverse regioni italiane: Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, e si estende fino alla Puglia.
Oggi, la Via Francigena è un progetto europeo che mira a valorizzare la cultura e promuovere il turismo sostenibile, coinvolgendo oltre 700 comuni italiani, che promuove un turismo rispettoso dell’ambiente e favorisce la riscoperta delle tradizioni locali.
LA VIA FRANCIGENA NEL LAZIO
Nel Lazio si arriva alla Capitale, dal Lazio si parte per raggiungere Santa Maria di Leuca, la Finis Terrae italiana.
Recentemente, il percorso è stato esteso dalla Capitale alla Puglia, passando per regioni come la Campania, con l’obiettivo di creare un collegamento diretto verso Gerusalemme.
LA VIA FRANCIGENA A CAMPAGNANO
Prima dei pellegrini e dei visitatori, gli stessi campagnanesi si sono innamorati di questa preziosa eredità del loro passato. La Via Francigena attuale ricalca percorsi antichi che dal Nord Europa hanno condotto pellegrini e viandanti verso Roma, passata da centro del mondo politico e militare a centro del mondo religioso e artistico/devozionale.
Campagnano nasce nel medioevo storicamente su questo tracciato, ultima tappa prima della Città Eterna. Oggi sono numerose nel paese e nel suo territorio le tracce di questo passaggio che sono state evidenziate localmente, sia per ricordare alla comunità locale la propria storia sviluppatasi anche grazie agli scambi sulle vie di lunga percorrenza nel corso dei secoli, sia per accogliere i visitatori con il racconto della propria storia.
LA VALLE DI SANTA LUCIA
La strada bianca che, serpeggiando nel verde della Valle di Santa Lucia, risale da nord verso lo sperone più settentrionale dello stretto e lungo pianoro di Campagnano, è un percorso millenario! Proviene dal nord Europa seguendo tratti di antiche strade romane e di valichi montani fino ad arrivare a Sutri, dove si stacca dalla Via Cassia raggiungendo le Cascate di Monte Gelato e giungendo lentamente a Campagnano.
Oggi, con l’adesione della Regione Lazio all’Associazione Europea delle Vie Francigene nel 2010, la chiamiamo Via Francigena, e probabilmente nel medioevo centrale è stata più volte chiamata anche così, ma per i Campagnanesi è stata dapprima la Strada per Mazzano e Magliano, e viceversa per gli abitanti del circondario la Strada per Campagnano.
Su questa sono però transitati innumerevoli viaggiatori nel corso dei secoli, da quando è sorta Campagnano, intorno al X secolo: pii pellegrini e ferventi crociati, papi e imperatori con i loro seguiti, mercanti, messaggeri e cantastorie che portavano nel piccolo castello le informazioni dal mondo.
L’ANTICA VIA DI ACCESSO AL BORGO
A partire dal 1300 questo flusso si affievolì a causa della rivitalizzazione della Via Cassia in occasione del Primo Giubileo indetto da Papa Bonifacio VIII e questa via di accesso rimase marginale, dedicata solo ai collegamenti di prossimità e per qualche pellegrino che preferiva ripercorrere i tracciati storicizzati dove avrebbe trovato chiese e santuari sul proprio cammino.
Addentrandosi nel borgo è evidente come la maggior parte degli edifici importanti hanno un affaccio verso nord, cioè da dove accedeva questa strada, almeno fino agli edifici rinascimentali e alla nuova espansione del Borgo Paolino, che fa ruotare l’asse di interesse di Campagnano verso la Via Cassia.
Per questo motivo l’accesso settentrionale appare come nel medioevo, un fossile dei percorsi e degli ingressi nei borghi, privo di aree di espansione.
DA CAMPAGNANO AL SORBO
L’unico edificio che si sarebbe potuto vedere a valle sarebbe stato la Chiesetta di Santa Lucia, oggi scomparsa ma viva nella memoria dei campagnanesi, che dava il nome a tutta la valle a est e a nord di Campagnano.
Oggi la Valle di Santa Lucia è uno dei modi migliori per immergersi, a piedi o in bicicletta, nella ricca rete sentieristica del territorio. Dopo aver attraversato il corso di Campagnano e passato l’Arco di Porta Romana la Via prosegue verso Roma, arrampicandosi verso il cratere della Valle del Sorbo passando per il Fontanile di Maria Bona e procedendo su strade di campagna asfaltate si lascia sempre di più la modernità alle spalle fino a giungere al rinascimentale Santuario della Madonna del Sorbo, estremità meridionale del Comune di Campagnano, luogo simbolico della devozione e del turismo lento del territorio.
25 ANNI DI ACCOGLIENZA AL CENTRO PARROCCHIALE ORATORIO
A Campagnano esiste una realtà di accoglienza che non si rivolge solo ai pellegrini, ma a chiunque abbia bisogno di un tetto, di un riparo, di un gesto d’amore. “Ero forestiero e mi avete accolto” è il cuore pulsante di questa ospitalità, che non conosce limiti di tempo o di circostanze. Accoglienza fatta con amore e per amore, un gesto che nasce dal cuore e si offre gratuitamente, perché chi ama dona senza aspettare nulla in cambio. Il bene fatto a chi ne ha bisogno è il solo vero guadagno.
REDAZIONE CONTENUTI CON IL CONTRIBUTO DI
Associazione Europea Vie Francigene AEVF
Michele Damiani, archeologo. Responsabile Attività Culturali Comune di Campagnano di Roma
Don Renzo Tanturli Parroco di Campagnano di Roma
Per conoscere di più la Via Francigena
LA VIA FRANCIGENA NEL MEDIOEVO
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La #ViaFrancigena nei documenti medievali. Personaggi e itinerari, anche a #Veio.
CAMPAGNANO DI ROMA TAPPA 43 DELLA VIA FRANCIGENA
L’arrivo a #campagnanodiroma al termine della tappa 43 della #viafrancigena italiana presenta uno degli scorci più suggestivi del cammino, quell’immagine che tutti i moderni #pellegrini ed #escursionisti cercano dalla
propria #esperienza. Ma non solo le immagini, anche i suoni, i colori e soprattutto l’#accoglienza, che qui ha una tradizione millenaria.